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Matteo D’Amico

Nato a Roma nel 1955, Matteo D’Amico ha iniziato lo studio della composizione sotto la guida di Barbara Giuranna, e lo ha proseguito presso il Conservatorio di S. Cecilia con i maestri Luigi Andrea Gigante, Guido Turchi e Irma Ravinale, diplomandosi in composizione e musica corale.
Dal 1981 al 1983 è stato allievo di Franco Donatoni a Siena e a Roma, conseguendo il diploma di merito dell’Accademia Chigiana e il diploma di perfezionamento dell’Accademia di S. Cecilia. Nel 1984 si è laureato in lettere. Formatosi in un ambiente musicale, come quello romano, fortemente influenzato dalla figura e dall’opera di Goffredo Petrassi, e passato poi attraverso l’esperienza della scuola donatoniana, D’Amico è stato fin dai suoi esordi naturalmente portato a considerare con maggior attenzione gli aspetti razionali e discorsivi della ricerca compositiva, condensandoli in una scrittura agile, vivace e ricca di contrasti ritmici e timbrici. A partire dal 1990, l’attività di D’Amico si è concentrata sempre più sul rapporto tra musica, poesia, teatro e danza. Il debutto in campo operistico è avvenuto al Cantiere di Montepulciano con Gli spiriti dell’aria su libretto di Mauro Conti tratto da Scarpetta, cui hanno fatto seguito la cantata scenica “Angelus novus”, omaggio a Lorenzo il Magnifico, presentata nel ’92 al Teatro Olimpico per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, e il Mito in forma di musica La torcia e il melograno - rivisitazione in chiave ecologica della vicenda di Demetra e Persefone - eseguito nel ’94 a Palermo, nel quadro delle manifestazioni dedicate dal Teatro Massimo alla produzione contemporanea. Un’attenzione particolare è stata rivolta da D’Amico al settore della musica sacra, con la composizione di due mottetti per soprano e archi (Attende Domine e Jubilate Deo)e di un Sanctus per soli e orchestra, che è parte integrante del Requiem per le vittime della mafia, opera collettiva realizzata nel 1993 insieme con altri sei compositori italiani. Nel 1999 ha composto per la Sagra Musicale Umbra uno Stabat Mater su testi sacri e di Vincenzo Consolo, interpretato da Maddalena Crippa, Mariella Devia e Marina Comparato, ed eseguito più volte in Italia e all’estero. Nel 2006, nel quadro dell’Estate Fiesolana, è stata eseguita la cantata La morte secunda, su un frammento del Cantico delle Creature di San Francesco, per tenore, mezzosoprano e gruppo strumentale. Dal 1984 D’Amico è attivo come autore di musiche di scena per il teatro di prosa, dove ha collaborato con alcuni fra i più importanti registi italiani: Squarzina, Costa, Cobelli, Monicelli, Missiroli, Guicciardini, Carriglio, etc. E’ titolare della cattedra di composizione presso il Conservatorio S.Cecilia” di Roma. È Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana, istituzione della quale è stato direttore artistico dal 1987 al 2000. Dal 2000 al 2002 è stato direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna. Dal 2006 è Accademico dell’Accademia Nazionale di “S.Cecilia”.
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