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Verio Santoro

Ha studiato presso l’Università di Roma “La Sapienza” e, quale borsista del Deutscher Akademischer Austauschdienst di Bonn e poi nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Filologia germanica dell’Università di Firenze, ha svolto attività di studio e di ricerca presso la Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte sul Meno, presso la Alma Mater Universität di Lipsia e presso la Freie Universität di Berlino. Dal 1989 al 1998 è stato ricercatore universitario di Filologia germanica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze; dal 1998 professore associato, dal 2005 professore ordinario di Filologia germanica presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Salerno. È membro del Collegio dei docenti del Dottorato di Studi Letterari, Linguistici e Storici con sede amministrativa presso il Dipartimento di Studi umanistici (DIPSUM, Università di Salerno) e componente del Comitato scientifico della rivista “Schola Salernitana”. Nel corso della sua attività didattica e di ricerca si è occupato di aspetti diversi delle lingue e delle culture germaniche medievali, tra gli altri: del processo di letterarizzazione dei Goti come ricerca d’identità etnica; del processo di affermazione, in età carolingia, di una coscienza consapevole ed esplicita del volgare tedesco; di specifici aspetti ecdotici e lessicali di testi tedeschi dell’età carolingia (Canto di Ildebrando, Muspilli); del fenomeno della traduzione nel Medioevo germanico, in particolar modo dell'area sassone (della versione in sassone antico di una omelia ps. Beda) e dell’area altotedesca (in particolar modo della strategia di traduzione e di commento di Notker III di San Gallo); degli aspetti strutturali e funzionali dell’uso del plurilinguismo nella poesia tedesca medievale (De Henrico e Carmina Burana); di problemi di comunicazione nel Medioevo germanico (in particolare di intercomprensione tra parlanti lingue germaniche antiche nella documentazione storiografica); di specifici problemi etimologici e semantici delle lingue germaniche (in particolare degli aspetti linguistici e culturali di germ. *arga- e di germ. *frijond); di singolari testimonianze di contatti linguistici e culturali tra il mondo tedesco e il mondo arabo in età tardomedievale; degli sviluppi delle leggende germaniche nella Germania del secolo della Riforma e della Controriforma; di problemi di ricezione moderna di testi medievali germanici (Il Canto dei Nibelunghi, La Battaglia di Maldon); della polemica intorno al valore e al significato di “filologia tedesca” negli studi classici in Italia nella prima metà del Novecento.
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