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Giampiero Corelli

Giampiero Corelli è nato a Sant’Alberto (Ra) nel 1964, vive e lavora a Ravenna.
Iscritto all’albo dei giornalisti in qualità di fotoreporter, Corelli svolge questa professione da oltre vent’anni, prima al quotidiano Messaggero, poi al Resto del Carlino.
Collabora con diverse testate giornalistiche e agenzie fotografiche nazionali e locali, tra cui: Ansa, Sintesi, La Repubblica, L’Espresso, La Piazza avvenimenti, Ravenna Notizie, Il Ri-sveglio 2000.
La ricerca di Giampiero Corelli consiste in una profonda osservazione delle dinamiche sociali e delle relazioni del singolo inscritto nella comunità. Avvalendosi della tecnica del reportage fotografico, così come in taluni casi, della tecnica del ritratto, la sua ricerca indaga tematiche come la rappresentazione di vita/morte e le scelte di vita operate da ogni persona, con un’attenzione particolare all’esperienza ed alla dimensione femminile nella società contemporanea. I colori della vita, reportage realizzato presso l’opera Santa Teresa del Bambin Gesù di Ravenna mette in luce l’esperienza quotidiana del dolore fisico umano; Muoio ma non muoio riflette sull’idea che una serie di donne scelte dal fotografo hanno del trapasso terreno. In Tempi diversi, voci e volti dalla clausura emerge ancora più chiaramente l’attenzione alla figura femminile, nell’osservazione della ritirata vita giornaliera delle suore in un convento di clausura. La donna è osservata anche all’interno della famiglia, primo esempio di micro comunità complessa. In Mamma Mia e Babbo Mio sono le figure della madre e di riflesso anche del padre ad essere scandagliate attraverso il medium dell’obiettivo. Ultimamente la ricerca si è molto intensificata attorno alla situazione delle donne detenute nelle carceri italiane (con un’attenzione anche alle loro sorveglianti), che è culminata nella mostra La bellezza dentro, con l’intento di osservare quest’universo normalmente chiuso agli occhi pubblici. Alcune esperienze internazionali tra cui un viaggio in India hanno dato la possibilità a Corelli di osservare situazioni di forte impatto, come quella degli ammalati di lebbra nelle strutture ospedaliere, che insieme ad altre sono state soggetti di reportage attorno al tema della vita dei bambini ed adolescenti nella società contemporanea. Da questi è scaturita la mostra Bimba mia-Bimbo mio. Altro reportage con temi attuali quali la crisi economica è stato effettuato presso l’ Omsa di Faenza, fabbrica di calze per donne ad oggi destinata alla chiusura, con dipendenti in maggioranza al femminile è un ulteriore tassello importante dell’osservazione che Corelli intende dare sulla società contemporanea. Negli ultimi anni la ricerca e l’esplorazione dell’universo femminile si è concentrata sulle donne militari in missione in Afghanistan e sulle donne dell’Aquila e del territorio emiliano, entrambe colpite dal dramma del terremoto.
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