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fotografia

Enzo Umbaca

Enzo Umbaca è un artista italiano nato a Caulonia nel 1964, vive e lavora a Milano. La sua ricerca artistica si sviluppa attraverso linguaggi che variano dal video alla fotografia e alle performance. Attraverso i suoi progetti e lavori si prefigge di entrare in relazione con la società: mediante i linguaggi dell’arte contemporanea, mette alla prova se stesso e la figura dell’artista, tentando di instaurare una nuova forma di comunicazione con il pubblico. Nei suoi progetti, oltre a coinvolgere il pubblico, attiva relazioni e rapporti con altre persone, che possono essere gli abitanti di un paese o esperti di altre discipline, indispensabili nella costruzione del lavoro. Indaga la realtà studiando i riti collettivi, concentrandosi sul tema dell’identità, spesso indossando le vesti dell’altro, come in “Skanderberg”, dove scambia i panni con un lavavetri albanese, con lo scopo di instaurare un dialogo sulla religione. Oppure in “Survival” in cui l’artista si traveste da mendicante e viaggia per le metropolitane di Milano e Roma, con lo scopo di proporre di visitare il sito internet scritto sul cartello cheporta appeso al collo e non di chiedere soldi. Nel progetto “Intervista a Campanella”, l’artista ripercorre le origini del pensiero del filosofo Tommaso Campanella, partendo dai luoghi del suo vissuto e dagli abitanti omonimi, alla ricerca delle tracce di un’eredità comune. A Senigallia realizza un progetto (nell’ambito del format TV Factory in onda su SKY Network) chiedendo agli abitanti di affidargli filmini amatoriali, registrazioni e tracce di memoria personale legate alla città daricomporre in un racconto collettivo. In altri progetti è uno sport come il calcio ad interessarlo, sfruttandolo come strumento per approfondire ed avvicinarsi alle abitudini della collettività, quali “Ioul never uolc alon” video in cui lui e la moglie indossano una maglietta verde prato con disegnato un campo di calcio, che si completa solo se i due personaggi stanno vicini. Attorno a loro i familiari intonano l’inno nazionale. In “Fuorigioco” fa disegnare su di una collina uncampo di calcio, anche in questo caso il luogo perde la sua funzione primaria e diventa la sua rappresentazione simbolica.Indaga anche la paura recondita di ogni uomo la morte, con l’opera “Open Hause” una bara di ghiaccio, che lentamente si scioglie, collocata all’interno di un bosco. Ha partecipato a numerose esposizioni nazionali ed internazionali.
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