Adolfo Sassi
Adolfo Sassi è nato a Napoli il 2 agosto 1947, allievo della Facoltà di Scienze Politiche ha conseguito la Laurea con il massimo dei voti e la lode in Storia Moderna relatore il prof. Giuseppe Galasso con una tesi dal titolo Studi e iniziative sul problema di Napoli dal 1860 al 1940.
In seguito per la brillantezza degli studi sostenuti gli è stata attribuita la qualifica di Dottore magistrale. Si è dedicato per molti anni ad attività di ricerca e di insegnamento nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Napoli. La prima fase delle sue ricerche scientifiche in età giovanile hanno riguardato problemi della cultura napoletana, del giornalismo, del potere, della filosofia parlamentare e della storia italiana contemporanea sotto la guida autorevole del prof. Giuseppe Galasso.
Ma la fase matura dell’attività di studioso di Adolfo Sassi è stata contrassegnata dall’incontro con il gigante Karol Woytjla al quale ha dedicato ben otto libri di cui il più importante è probabilmente Il vento di Kracovia ed anche molto importante l’apologia di Karol Woytjla.
Ha partecipato ad un congresso internazionale con una relazione sull’ideologia della pace in Karol Woytjla, ha presentato i propri lavori in molti sedi prestigiose e ha avuto importanti conferenze su di esse all’Istituto degli Studi Filosofici di Napoli e all’Accademia dei Lincei ed è stato uno dei peroratori della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II. La sua importanza come studioso che si è estesa in Italia ed anche fuori d’Italia è probabilmente legata soprattutto ai suoi studi woytjliani grazie ai quali tra l’altro ha vinto diversi premi letterari ed ha anche realizzato interviste per comunicare il pensiero di Giovanni Paolo II attraverso lo strumento tutto moderno di internet oltrechè l’insegnamento in sedi universitarie ed anche in sedi private ed in istituti di cultura.
Adolfo Sassi è stato folgorato, nella sua accorata indagine scientifica woytjliana dal senso abbissalmente profondo della filosofia geniale di Carol Woytjla. Nella speculazione di Adolfo Sassi, la originalità veramente grande del pensiero woytjliano, lumeggiata da lui nel Vento di Cracovia ed in altre sue opere è di aver capovolto le logiche del sistema filosofico prevalente nei pensieri della contemporaneità e non solo di essa spostando la speculazione filosofica dal sistema alla folgorazione creativa.
Con questa logica W. ha superato il pensiero della contemporaneità, in modo lucidamente e nitidamente asistematico, ha superato il criticismo kantiano e la dialettica hegeliana, ha superato le contrapposizioni e le divisioni tra pensiero laico e pensiero cattolico, ha detto che il pensiero laico è stato in gran parte figlio di un dogmatismo non confessionale, espresso nello scetticismo come nella filosofia dell’assurdo e finanche ha superato la presunzione di dominio della cultura scientifica, anche in nome dell’esplosione creativa dell’umanesimo che deve rispondere, per lui, nell’indagine del Sassi sia nel pensiero letterario e nell’esplosione letteraria che nella ricerca scientifica, come anche nella esplosione politologica e nel genio artistico.Il grande W. ha indagato nell’universo metafisico e teologico, vedendo nella Bibbia un laboratorio del terzo millennio e proiettando le Sacre Scritture evangeliche del Terzo Millennio.
Lo splendore innovativo di W. è rifulso nelle giornate della gioventù come nell’incontro tra le fedi religiose e nelle ricerche costanti di terze vie, tra reazione e rivoluzione, tra evoluzione e creazione, tra capitalismo e comunismo, in un abbraccio di tematiche interdisciplinari e post-disciplinari. La grandezza di C. Woytjla è possibile riscontrarla quindi nella novità di un messaggio originale che rompe la revisione-divisione del mondo giungendo ad un rinnovamento del mondo che passa anche nell’incontro tra filosofia metafisica e teologia e che giunge all’incanto del sublime dell’abbraccio tra ontologia, personalismo e cristologia.Alla luce di tutto ciò tutte le idee, originali e fuori schema espresse nel Vento di Cracovia suggello di una interpretazione che essa stessa fonte di novità ed è espressione di un incontro tra mente e cuore, tra interpretazione e logica, tra indagine, mai cervellotiche e studio sistematico della ricerca della verità.
Adolfo Sassi si rivela, per la sua alta produzione woytjliana, al tempo stesso ed a grandi livelli storico, filosofo, teologo e poeta.
Egli conosce alla perfezione le tecniche della metodologia della ricerca storica, ma è al tempo stesso un appassionato filosofo che dà alla filosofia ed al sapere filosofico un contributo importante e significativo nell’ambiente culturale e spirituale cattolico.
Nelle elegie per un grande e in altri scritti si rivela sublime poeta, cantore entusiasta di papa W. che celebra con un lirismo ricco di immagini e di significativi contenuti, come pure egli nelle lingue e papa W. si rivela glottologo e filologo, mettendo in ordine le traduzioni di un brano del Vento di Cracovia in varie lingue anche classiche con impareggiabile maestria.
Si rivela inoltre ecologo ed ambientalista quando canta le montagne come il Faito che ha segnato il suo cuore ed originale e grande l’incanto della sua teologia della montagna, che egli vede in un abbraccio abramitico e di cui vede teorico ed assertore il grande pontefice polacco che egli esamina in ogni risvolto sia esso psicologico, intellettuale, culturale ma soprattutto spirituale alla luce di una fede disarmante nella sua singolare ascesi mistica e particolare grandezza.
Particolarmente suggestivo il confronto di Alcide De Gasperi con papa Woytjla, che non è un parallelismo plutarchiano di due vite, ma la considerazione di due esistenze dagli infiniti punti in comune, dall’aurora europeistica, dal legame alla propria terra alla filiazione asburgica, al fervore intellettuale, alla profonda coscienza cattolica, al rigore morale e politico per l’elevazione del mondo, alla ricerca di una terza via politologica tra capitalismo e comunismo.
Quindi questo incontro trova una vetta geniale, inoltre nel parallelismo tra i due grandi e Dante Alighieri, profeta dell’idea moderna di un umanesimo patriottico e della cultura universale ed ecumenica tipicamente woytjliana ed aperto ad un grande contributo teo-filosofico ed umanistico.
Tutti e tre hanno un legame profondo ala propria terra , l’amata Firenze per Dante, il Trentino per De Gasperi e Cracovia per papa Woytjla. E’ il confronto di Adolfo Sassi il compimento di un percorso in cui papa Woytjla e De Gasperi giungono a Roma tappa finale di un viaggio verso la testimonianza che va oltre il tempo.
Di particolare rilevanza e profondità, per concludere la nostra analisi dei libri woytjliani di Adolfo Sassi è il mito, in chiave post moderna, di Cracovia, che contribuisce a fare de Il vento di Cracovia una opera somma ed avvincente. Cracovia è, per Adolfo Sassi, città testimone ed universale con Roma e Gerusalemme, in un trinomio di città che si proiettano nel Terzo Millennio. Con la sua dimensione ecumenica, con la forza eclettica della sua università jagellonica e della sua cultura, protagoniste, per Adolfo Sassi, con Copernico di una rivoluzione scientifica e con Woytjla di una rivoluzione neo-umanistica e, quindi, protagoniste, in ultima analisi di una rivoluzione culturale, intellettuale, esistenziale universale, essa, coniugando in modo magistrale fede, cultura ed amore diventa espressione del pensiero woytjliano che in ciò si sublima ed edifica una società civile nuova. Non è Cracovia, soltanto, per Adolfo Sassi, l’Atene di Pericle o la Mosca degli zar o la Parigi ricca dello splendore di Versailles o la Vienna imperiale, ma ha un fascino quasi mistico, la sua vita, al di fuori del tempo, fra i castelli medievali ed il post-moderno, si esalta in maniera definitiva, come consegna per i secoli a venire, per Adolfo Sassi, nel gigantesco, formidabile pensiero del grande suo figlio Karol Woytjla.
Il “Vento di Cracovia” di Adolfo Sassi che il vescovo di Pompei Carlo Liberati ha definito suggestivamente ma con un appellativo di grande significato dal punto di vista teologico e filosofico “summa woytjliana” e che è probabilmente una pietra miliare non soltanto per quanto riguarda gli studi specialistici su papa W. in Italia e nel mondo ma per ciò che riguarda la letteratura religiosa, italiana e mondiale contiene, in conclusione, una vastissima bibliografia che spazia da opere letterarie ad opere teologiche, da opere filosofiche ad opere politologiche, senza soluzioni di continuità attraverso i secoli e gli spazi geografici, dimostrando che alle spalle del grande Woytjla c’è tutta la cultura mondiale, da occidente ad oriente. Dimostra Adolfo Sassi che il grande di Cracovia non è una vox clamantis in deserto e che per capirlo bisogna conoscere bene la polis greca come Confucio, il pensiero di Platone, come di quello di Tommaso d’Aquino fino alla cultura della contemporaneità.
Adolfo Sassi dimostra che la grandezza del pensiero di papa Woytjla riposa in un originale e creativo eclettismo personalistico che si poggia da un lato dall’avvalersi che egli fa di tutta la cultura universale, dall’altra da un impegno globale e totale. La stessa bibliografia di A. Sassi, in tutti i campi dello scibile dal teatro, alla filosofia, dalla poesia alle scienze, dalla teologia alla politologia dimostra l’eclettismo sia del pensiero woytjliano sia di tutto ciò che è a monte del pensiero woytjliano. La tesi alla base del gigantismo bibliografico del Sassi è che il personalismo teologico è espresso, in un ultima analisi, sul piano del sapere dalla pachidermicità della cultura e ciò può accomunare Woytjla a Marx o ad Heghel, a Platone o ad Aristotele. Ma nella grande idea di A. Sassi mentre il Capitale di Marx si ispira ad un ideale di lotta, di contrapposizione e tutto sommato di violenza, mentre la redenzione è estranea al pensiero di Heghel, in cui il logos è immanente, il grande Woytjla si serve della sua cultura e del trascorso e del presente della cultura mondiale per un apostolato che diventa anche epistemologico, cioè legato al sapere, come dimostra anche che è legato al concetto più alto dell’amore e non è legato soltanto al mondo cattolico ma all’ecumene universale. In questo senso, per A. Sassi, W. si pone ad esempio per il mondo laico, il suo metro di valori filosofici e finanche teologici serve per un insegnamento che, attraverso la Bibbia ed i Vangeli, papa W. propone al mondo laico, in una sorta di grande esperimento di dialogo universale.A. Sassi, attraverso l’esplosione creativa, ha donato quindi alla cultura una opera che sfugge da ogni schematismo, finanche da ogni perbenismo intellettuale, da ogni stereotipo, finanche da ogni rigore al fine non soltanto di proiettare la grande luce di Carol Woytjla del Terzo Millennio e nei millenni a seguire, ma anche di dimostrare che il mondo cattolico può proporsi come guida originale per il futuro e così egli dona alla cultura mondiale una opera ideale, e non ideologica perché egli sempre sostiene la differenza fra idee e ideologia, perché le ideologie spesso si poggiano sul vuoto e probabilmente il mondo laico, dopo il capitale di Marx non ha prodotto una opera così efficace.
E’ un’opera Il vento di Cracovia che ha una bellezza estetica ed è densa di contenuto, è grande di mole e preziosa della sostanza e dimostra la varietà di interpretare la cultura al di fuori di preconcetti, schematismi, ma anche la varietà della cultura come valore al di là della cultura iperspecialistica, che porta a conoscere una piccola parte soltanto del sapere. L’impianto così formidabile della bibliografia del Sassi fa giustizia anche dei settorialismi o degli imperialismi o nazionalismi intellettuali che tendono a magnificare esclusivamente il sapere di un popolo o di una cultura, in realtà ghettizzandolo e negando ad esso quelle aperture, che deve avere il sapere contemporaneo e post-contemporaneo per essere veramente degno di significato e portatore di luce. Questa è una consegna che dà al mondo e alla cultura cattolica A. Sassi, per una battaglia vittoriosa nel tempo a venire. Tutto lo sviluppo del pensiero di papa W. poggia, per A. Sassi sulla esplosione della genialità e della santità e dà senso alla vita anche il mistero della sua preghiera, il fatto Egli mai avvertito, l’angoscia dell’esistere, il fatto che Egli è portatore di una testimonianza portata al martirio ed al perdono, ma portata anche al silenzio. La lettura del Il vento di Cracovia come delle opere in genere di A. Sassi porta alla luce non alla notte siderale o alla tenebrosa notte polare. A. Sassi con questa bibliografia e queste opere ha dimostrato che la cultura non è un momento secondario dell’esistenza ed ha utilizzato tutto il suo sapere ed i suoi sogni ed il sapere ed i sogni woytjliani per dare uno sguardo al mondo contemporaneo e porre le basi del superamento positivo di esso. Egli dimostra inoltre che lo stesso insegnamento deve essere una occasione di incontro e che il lettore spaziando dalla riflessione filosofica attenta e acuta all’onda della creatività e spaziando dalla Bibbia al sapere cattolico contemporaneo può giungere ad una propria interpretazione, anche mediata dalle riflessioni di Sassi e questa è una operazione maieutica di grande importanza. Il ruolo dei laici cattolici come A. Sassi è importante accanto a quello dei sacerdoti nella costruzione della chiesa a venire. C’è un filo rosso che congiunge tutto il discorso di Sassi, un filo non destinato a concludersi e a tramontare ed inoltre lo stile veramente affascinante delle opere di Lui è figlio di un racconto di idee, di una raccolta di mille frasi suggerite sottovoce ed al tempo stesso gridate al mondo, nelle chiese come nelle università, con coraggio e fermezza e così ci si pone a paladini di una trasmissione di pensiero che va oltre il tempo. Quello che A. Sassi compie né Il vento di Cracovia è un viaggio singolare e ricco di maestosi e ineguagliabili significati ai confini della storia, della civiltà e della cultura oltre le colonne d’Ercole dell’inconoscibile, la ricerca della pietra filosofale e della verità, di ciò che non unisce e non di ciò che divide, la ricerca del valore più alto della creatività umana per cui essa è emanazione di Dio. Alla conclusione di questo viaggio verso il mare-oceano A. Sassi incontra W., resta abbagliato, vede come in Lui tutto si irradia e si compensa, vede in Lui un profeta ed un innamorato di Dio della cultura e dell’Amore. A. Sassi celebra il grande di Cracovia in modo impareggiabile, consegnando alla Chiesa e al Mondo un’opera meravigliosa e ricca di significati che fa restare con il fiato sospeso il lettore non soltanto de Il vento di Cracovia ma di tutta la octologia del Sassi su Woytjla. Chi legge queste opere resta abbagliato da un bagno di cultura, ma soprattutto di poesia e di novità sia per il mondo cattolico, sia al di là di esso, che si pone come momento di elevazione per un pubblico giovanile e anche per un pubblico maturo.
E’ una perla, “Il vento di Cracovia” nella produzione mondiale su papa W. in quanto, soprattutto, esso supera la polemica, talvolta speciosa, talvolta pure di alto profilo, ma non sempre foriera di benefici effetti per la cultura ed il sapere, fra sostenitori e critici su papa W., supera la sterile agiografia, supera il semplice sforzo di propaganda, supera la visione di parte e la stessa divisione fra wojtyliani di destra e di sinistra, supera il provincialismo letterario come la visione di parte, rifulge da concezioni intellettuali stereotipate e costituisce una opera assolutamente nuova, perché basata sull’esplosione creativa, anche se non incontrollata ma frutto di operazioni intellettuali, mentali, psicologiche e culturali molto profonde. Quest’opera si poggia sulla interpretazione dell’universo W. , della biografia di W., del rapporto tra il mondo e W. C’è per parafrasare un concetto del Vangelo di Giovanni “Woytjla e il mondo”, laddove per mondo si ha la concezione di Giovanni: non il reale, non il frutto del creato, ma l’estraneità da Dio ed il sussulto del diabolico. Il lussureggiare, mai scomposto, mai estetico, ma assolutamente profondo delle immagini ne “Il vento di Cracovia” giunge all’esplorazione geniale della storia dell’umanità e non soltanto del mondo cattolico e dell’interpretazione biblica ed evangelica. Di questa esplorazione W. diventa non la sola, ma una delle grandi luci della storia dell’umanità, è un illuminato della cultura del quale come dell’ascesi mistica si rivela la cultura e l’ascesi mistica del mondo, è l’Idea nel senso platonico nel mondo cattolico, non diviso né frantumato tra destra e sinistra produce alla fine del secondo millennio e all’inizio del terzo dell’era cristiana, è il Logos del senso hegeliano, che si incarna nel mondo delle dottrine, in quello del sapere ed in quello della fede. Le contingenze intellettualistiche del libro “Il vento di Cracovia” sono superate, l’autore si pone come precursore di un’aurora cattolica in modo non soltanto autoreferenziale ma espressione di un sapere totale, che abbraccia ed innalza la fede verso un rinato mondo dello spirito, verso una aurora che supera la dicotomia del secolo XX verso il nuovo millennio. L’Aracne è felice di aver portato al mondo questa pagina luminosa di cultura di vita, come si congratula per la qualifica di Dottore Magistrale ad Adolfo Sassi per il suo supporto di studioso che culmina nel Canto sublime di papa W.
Adolfo Sassi vede, bisogna anche rilevare, la filosofia non come rigorosa speculazione, diciamo così monolitica. Per lui la filosofia è speculazione somma ma non rigida, è esplorazione, a tratti impenetrabile, nel proprio universo creativo, elaborazione non scomposta ma asistematica e sconvolgente, dal punto di vista dell’originalità, non rigidamente scientifica, di intuizioni geniali; è si quella che Schelling diceva filosofia geniale, ma non riferita all’arte, non profondità vuota, ma pienezza celebrale, sfolgorio intellettuale, coinvolgimento, nel quale è investito tutto il sapere , che diventa Epifania di una grandiosa concezione dell’uomo, alla ricerca di se stesso, alla ricerca del significato profondo della sua speculazione, della sua mente, del suo cuore ed attraverso questa lettura della filosofia Adolfo Sassi raccoglie le grandezze e non i cocci delle operazioni filosofiche del passato per proiettare la coscienza di W. , di cui genialmente coglie l’alto spessore nel pensiero del futuro. Alla luce di ciò l’entusiasmo da parte di Adolfo Sassi per il personalismo ed antropologismo teologico che diventa per lui Epifania della fede e manifestazione epifania di W. Quindi per A. Sassi, Woytjla non è l’uomo del secolo, ma l’uomo, uno dei grandi uomini della storia ed anzi oltrepassa la finitezza della storia , la caducità di certi momenti o di certi orizzonti della storia. Tutto ciò emerge non soltanto nel “Vento di Cracovia” , ma in tutte le opere di A. Sassi, n elle liriche , nei suoi libri, nel suo modo di intendere la letteratura e la cultura, nel suo modo di abbracciare con amore il “suo immenso gigante Woytjla”.E per concludere il nostro excursus dobbiamo considerare geniale il titolo dell’opera principale di A. Sassi, “Il vento di Cracovia”, perché questo titolo rivela profondamente il simbolo, l’essenza dell’università jagellonica di Cracovia, dove è sorta grazie a Copernico la rivoluzione astronomico-scientifica, che ha aperto il mondo del sapere alla modernità e la rivoluzione neo umanistica di papa W., che ha aperto secondo,A. Sassi al post-moderno, il carattere eclettico del tessuto etnico e religioso della città di Cracovia, cosmopolita e ricca di gruppi etnici i più disparati, la complessità delle dominazioni che la città di Cracovia ha subito, la complessità delle religioni, delle classi della stessa città, i secoli che ne hanno segnato le tappe, suggellano un formidabile eclettismo che spira verso età nuove e l’eclettismo sia della cultura, sia delle esperienze pastorali, sia delle esperienze di vita, sia delle idee geniali del grande pontefice polacco, sia delle basi esistenziali su cui il suo pensiero poggia. C’è un abbraccio d’amore, verso la testimonianza che va oltre il tempo, c’è un incontro ne “Il vento di Cracovia” tra W. e Cracovia, che supera il limite cronologico ed intellettuale e spirituale della storia che è, comunque, storia dell’uomo anche se essa è, in ultima analisi proiezione dello sviluppo dello spirito di Dio nel mondo. In questa storia dell’umanità W. non è, per Adolfo Sassi un mito, è una dimensione personalistica superba, è l’espressione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio, è il pastore, il genio, il santo per eccellenza, è la rifrazione, nel limite dell’uomo, o meglio una delle rifrazioni della immensa maestosità ineguagliabile del Dio d’amore trinitario.E’ un titolo “Il vento di Cracovia”, senz’altro studiato che fa da cornice al mondo stupendo delle idee che esprime questa opera principe di A. Sassi. Ma tutte le opere di A. Sassi su papa W. sembrano avere il soffio del vento alle loro spalle, senza con ciò trascurare le opere giovanili di A. Sassi, da quelle politiche storiche, a quelle di storia del giornalismo, legate alla cultura contemporanea che precedono l’incontro di A. Sassi con l’Aracne, ma che fanno parte del patrimonio intellettuale e morale di questo studioso, che l’Aracne ha incontrato nel suo percorso e che ha proposto alla cultura e al pubblico.
Il Concilio Vaticano II°, che è stato una tappa di formidabile importanza nella storia contemporanea e che ha segnato le vicende di due grandi pontificati, quello di Giovanni XXIII e di Paolo VI, ha, fra l’altro, promosso mirabilmente la partecipazione dei laici, differenziata ed in concordia rispetto a quella dei pastori, alla testimonianza della verità, alla vita della Chiesa, che deve essere una caratteristica di tutti coloro che, nel nostro tempo, si professano cattolici, che abbracciano la Croce, che è alla base della loro esistenza e che avvertono il vento forte del riscatto dell’uomo nella Resurrezione, il riscatto dell’Eucarestia come momento topico della loro vita, della loro giornata terrena.
In questa ottica si può leggere l’autore dell’octologia woytjliana, del “Il Vento di Cracovia”, del canto sublime a papa Woytjla, giacché quest’autore non è solo un esegeta di papa Woytjla, ma ancor più un esegeta della cultura contemporanea, nel quale si avverte il richiamo delle sirene della cultura classica, della cultura germanica, della cultura dell’Oriente, del sapere medievale moderno e, finanche, l’originale apporto della cultura cracoviense, come fonte energetica della cultura trasversale, dall’inizio della modernità all’inizio della post-modernità, in cui il linguaggio intellettuale, la speculazione intellettuale di umanesimo, teologia e scienza si abbracciano in un incontro d’amore, in modo altamente transepocale e per questo Adolfo Sassi è un esponente, sulla linea di Woytjla, della mega e della macro cultura, dell’elefantiasi stellare della cultura e del pensiero come proposta intellettuale da parte del pensiero cattolico contemporaneo che diventa quindi non monolitico ma pantacomprensivo, cioè comprensivo della totalità.
Adolfo Sassi è tra i grandi laici cattolici che lasciano il segno, ha lasciato un segno nella cultura come pure nella sua vita, con la preghiera e il dono di se, con il mistero dell’amore, che è stato per lui una fiaccola e che è stato per lui una bandiera.
E’ un credente che avverte profondamente il significato del misticismo, che è al tempo stesso dimensione metafisica, sensazione dell’eterno e sentore della spiritualità nel mondo, la spinta prepotente del soprannaturale, ma, al tempo stesso, è un uomo che vive con interezza la sua giornata terrena, si è impegnato nel mondo dell’università, come nel suo apostolato di studioso di papa Woytjla e di scrittore. Ma egli ha rivelato che non soltanto il mondo dei pastori costituisce, come si credeva un tempo, il tessuto connettivo della Chiesa, ma i credenti laici hanno un’alta missione essi,spesso, conoscono i valori della vita, della cultura, sono impegnati nella politica, nella famiglia, conoscono l’espressione della sessualità, del quotidiano, operano scelte che vanno dal mondo terreno a quello dello spirito, vissute nel mondo, senza false e retrograde inibizioni, con linguaggio della vita vissuta, con lo sforzo dell’anima e del corpo, con la competenza e la sofferenza, spesso, di chi è offeso e vilipeso per la propria fede, spesso nella loro dignità di uomo e di donna.
La persecuzione religiosa del passato, ha un contraltare storico forte in certa persecuzione, subdola che si opera alle volte nei riguardi di alti spiriti e ciò in verità, accomuna, in modo manicheo ed insipiente, sia alti intellettuali laici, sia alti intellettuali cattolici o di altre confessioni o di altre fedi.
Riguardo ad Adolfo Sassi egli ha, al tempo stesso la gioia della fede, che traspare nei suoi scritti, in lui come persona, e l’entusiasmo dell’esistenza, l’ironia sottile che demolisce i fantasmi delle macerie, che riduce al silenzio il pseudomoralismo e le inibizioni verso la visione davvero alta del sapere, davvero alta dell’esistenza stessa, che per un credente cattolico deve essere segnata dal volo degli angeli.
La profonda conoscenza di lui dei problemi religiosi, della Bibbia, dei Vangeli, la conoscenza profonda e creativa delle fedi cristiane e non cristiane fin dall’antichità potrebbe dar senso alla ventilata proposta - l’Aracne la plaude, ma spetta a ben altri deciderla – della Laurea Honoris causa in Teologia ad Adolfo Sassi, ma al di là di questa che è una gloria effimera, per chi vuol sentire il vento del cielo, Adolfo Sassi supera tra le sofferenze dei malli del mondo, i peccati stessi, i misfatti che la cultura produce quando è falsa cultura, cultura della distruzione, nell’avvicinarsi a Cristo, nel sentire Cristo e la Madonna, nel sentire la gioia di essere vivi, di essere piccoli minuscoli granelli di sabbia, ma in fondo creature di Dio.
Le opere di Adolfo Sassi costituiscono una consegna viva e palpitante, una tappa della civiltà dell’amore, alla quale il mondo credente e cattolico si accosta, costituiscono quel miraggio, che non è ne deve essere, soltanto una coscienza della libertà e della vita, ma il cibo quotidiano di chi si dichiara credente cattolico.
Il coraggio profondo per u credente cattolico è di mantenersi, al tempo stesso, come Adolfo Sassi fa profondamente credente e profondamente laico; in questo senso egli è un missionario della cultura, un profeta della fede e dell’amore ed in questa sua profezia alta abbraccia il grande pontefice polacco, la cui gloria ha così altamente cantato al mondo a squarciagola.L’Aracne non entra nel merito della disputa cultura tra cattolici e laici, ma apprezza la purezza degli intenti e gli intellettuali, che siano veri, perché la cultura per proporsi a verità deve essere vera e c’è una distinzione tra uomini di cultura ed intellettuali; perché gli intellettuali cattolici, almeno in teoria avere una marcia in più, avvertendo nel loro sforzo celebrale e morale una investitura divina anche se si osservano poi le interviste concesse da Adolfo Sassi a youtube, egli si immola come intellettuale e come uomo di cultura e la sua dimensione è il dono ai giovani ed ai meno giovani di una esperienza di vita che, in fondo una esperienza di cultura e di amore. Uomo di cultura ed intellettuale di oggi deve operare una sfida, questa sfida deve avere una risposta e la risposta è nella vita, la risposta valida e anche nella diffusione mass-mediale. In questo Adolfo Sassi sa che la vita è una ricerca, una ricerca di qualcosa e di qualcuno, una ricerca di Colui che è il alto e per chi è credente costituisce il principio e la fine di ogni cosa. La fierezza nel difendere le proprie tesi è di portarle avanti è in Adolfo Sassi nutrimento dello spirito in cui è congiunta la mente e il cuore.
Per questo, anche, ma anzi e soprattutto per questo la nostra collaborazione con lui è stata alta e profonda e l’Aracne saluta questi contributi, senza schierarsi come deve fare una casa editrice seria e moderna ma esaltando gli umili di spirito, come Adolfo Sassi per i quali nella visione cattolica c’è il Regno dei Cieli. L’onestà intellettuale, per chi è credente o non credente è alla base di tutto e va salvaguardata nell’Università come nel mondo civile e nella politica; un mondo basato sull’onestà degli intenti e un mondo che non conosce il peccato, sia nel senso laico che quello religioso. Ci sono stati nel mondo cattolico italiano per esempio dei missionari della politica, basti pensare a Giorgio La Pira, ad Alcide De Gasperi, ad Aldo Moro, missionari della cultura numerosi che, pur non avendo l’abito talare hanno sacrificato l’esistenza di fronte al richiamo di Dio che non si affida soltanto al chiostro ma anche all’università, alle accademie, al mondo dello sport, ma finanche al teatro, al cinema, alla televisione, alla radio. Quindi l’incontro fra le diversità costituisce per la letterature e la cultura una grande occasione al pari dell’incontro, tra lettere, matematiche e scienze ed infatti esiste un linguaggio matematico o scientifico, che dovrebbe essere insegnato in sintonia con il linguaggio delle lettere, fin dalla scuole, come esiste un linguaggio filosofico o artistico.
In conclusione, riguardo al linguaggio di Adolfo Sassi, esso è creativo ma non parziale, non caratterizzato e questo sforzo culturale va ad una nuova espressione della missione intellettuale e spirituale del laicato cattolico, volto all’accelerazione del proprio impegno nella totalità.
Grazie ad Adolfo Sassi abbiamo anche potuto disquisire di ciò.
Dobbiamo, poi con piacere fare alcune considerazioni sulle interviste che Adolfo Sassi, avvalendosi genialmente dello strumento tutto moderno di internet, che è diventato un mezzo mass-mediale di grande comunicazione e che permette operazioni didattiche, giacché si rivolge ad un pubblico prevalentemente giovanile di efficacia forse più grande delle Accademie, delle Università e dei Centri di Cultura tradizionali, ha concesso a giornalisti televisivi, illustrando con considerazioni originali e con uno sviluppo tematico ben preciso ed organizzato e che sono state articolate nel numero di 16 puntate, partendo dall’incontro con questi giornalisti nella sede del Teatro di Pompei, dove Adolfo sassi è stato premiato come vincitore tre volte dello stesso premio ‘Giovanni Paolo II’ fino al suggestivo, di grandiosa efficacia incontro sul ‘problema di Dio e papa Woytjla’ che ha avuto grandissimo riscontro e sta avendo grandissimo riscontro e che ha fatto presa sul mondo della cultura ed anche sull’Universo dei giovani.
Adolfo Sassi ha capito la portata che il messaggio, così articolato e complesso di papa Woytjla ha avuto l’Universo giovanile, ha anche capito come i giovani potessero avere un grande interesse a tematiche anche di grande profondità e difficoltà filosofica e teologica, purché cogliessero a pieno la loro mente ed il loro cuore, ha capito anche che l’interesse giovanile non è rivolto soltanto a problemi sociologici o di costume o politologici ma che la problematica della chiesa, l’universo metafisico, la ricerca dell’assoluto, la ricerca di Dio non sono scomparsi nella nostra epoca ma fanno parte dell’orizzonte conoscitivo del mondo giovanile contemporaneo come hanno fatto parte dell’orizzonte dei giovani del passato e che non è esatto che bisogna usare soltanto un linguaggio semplice per colpire i giovani e per colpire i colti e gli incliti ma che è un grosso stimolo per l’elevazione culturale, per l’impegno morale, finanche per l’apostolato dei giovani nel mondo cattolico offrire tematiche complesse con grazia e con un linguaggio complicato ma seducente,ricco di immagini e di stimoli e ciò ha permesso un dialogo serrato ed originale di Adolfo Sassi con una vasto pubblico in Italia e fuori d’Italia.In un certo senso Adolfo Sassi in queste interviste ha usato una espressione linguistica, epsitemologice e gnoseologica diversa da quella, pur seducente, per esempio de ‘Il vento di Cracovia’ e de ‘L’apologia di Carol Woytjla’, in queste interviste è partito da lontano, ha usato la cultura come occasione e come strumento, si è servito della cultura, che per lui è un valore sommo, per commuovere e per destare la maraviglia in un pubblico vasto, in un pubblico variegato, ed ha intervallato note biografiche, l’ironia sottile che ha nel filosofo un potere seducente alla lezione magistrale, per la quale la conoscenza specifica che è indispensabile a formare la preparazione dotta di uno specialista ma anche di un competente in un campo limitato dell’universo stellare della conoscenza si può congiungere alla conoscenza generale a quella cultura universale che, dalla teologia alla matematica, dalla politologia all’economica dalle lettere alle scienze deve servire come sviluppo educativo al sapere e come sviluppo educativo alla formazione della personalità, che è stata sempre una degli obiettivi più grandi e più alti e dell’insegnamento del professore oltre che del pastore e dell’apostolo Carol Woytjla.C’è un sapere tentacolare, un sapere che ha una complessità stellare, un sapere che va oltre le differenziazioni e gli steccati geopolitici, geoculturali ed ideali o, in senso non sempre dispregiativo anche se papa Woytjla intende l’ideologia in senso negativo come valore contemporaneo, che risplende in queste interviste di Adolfo Sassi. Egli fa suo l’universo conoscitivo, l’universalità del messaggio di Carol Woytjla. I grandi filosofi ed i grandi letterati non vivono delle macerie del passato, essi spesso si sentono mani sulle spalle dei giganti, hanno coscienza della grandezza, molto spesso non vincolata alle loro epoche dei giganti che li hanno preceduti, del loro, alle volte oltrepassare i limiti cronologici ed i limiti spaziali. Questi grandi utilizzano la cultura dei tempi trascorsi al fine di rafforzare e riaffermare le proprie idee e sviluppano o creano sulle basi di questi presupposti così alti e creativi la propria dottrina. Alle volte essi si affidano al mito come fu nel pensiero del grande Platone per rendere più intellegibile e trasmissivo il loro messaggio, che non criptico ma che è stupendamente e magistralmente manifesto.
Ciò fu tipico di Platone o di Aristotele, ma è al tempo stesso tipico di Hegel o di Marx che hanno attinto a piene mani alla cultura e anche alla mitologia classica o orientale, medio ed estremo orientale e ciò al fine di suggestionare intellettualmente ed illustrare, con grande capacità maiuetica il proprio pensiero.
Persino nelle scienze matematiche o nelle scienze chimiche o biologiche o geologiche il patrimonio del passato può servire ad accrescere il futuro, sia nella verifica di scoperte trascorse, sia nel superamento di esse alla luce di conquiste empiriche e di scoperte che appartengono al tempo presente.
Anche Nietche o Kierchegard finanche Shopenauer hanno attinto a esperienze passate e finanche a teologie extracristiane, anche per porre in essere teorie che contrastavano, alle volte profondamente con l’etos cristiano.
Papa Woytjla ha presente tutto il sapere del mondo, ma lo ha utilizzato, dalle Encicliche fino alle opere letterarie e filosofiche e teologiche, sia per un fine intellettuale, di promuovere delle intelligenze, ma soprattutto al fine di promuovere delle coscienze, di agitare l’animo e di proiettarlo verso valori assoluti, verso l’incanto della fede, verso l’aurora della santità.Adolfo Sassi fa sua questa singolare angolazione universalistico creativa woytjliana, e in queste interviste egli si manifesta, per dare ad esse una autentica lettura un woytjliano di ferro, ma non va interpretato, secondo le categorie terrene, o marginalmente e pseudamente ideologiche come un woytjliano di destra e di sinistra, ma come un woytjliano nel senso più alto di valore creativo nel quale le parzialità si superano e si annullano e per far comprendere ad un pubblico vasto la grandezza del gigante di Cracovia illustra la matrice dalla quale nasce l’elefantiasi del suo pensiero, per far comprendere che il messaggio del gigante di Cracovia non è soltanto un messaggio di cultura e di cultura dotta innalza il discorso facendo leva su un froidiano sforzo di psicanalisi suggerisce un insegnamento morale, larvato ed apparentemente nascosto ma tale da educare alla fede, alla cultura e all’amore.
Egli esaltando papa Woytjla con questo dialogo e con questi dialoghi spinge magistralmente i giovani e i meno giovani verso una rinascita cattolica della mente e del cuore.Grazie anche per questo Adolfo Sassi come grazie a Carol Woytjla per quello che ha saputo dare e donare alla sua terra, alla chiesa ed al mondo.
Del resto la Paideia, nel senso di insegnamento, parafrasando un concetto che si ricollega all’alto insegnamento nell’Accademia di Atene di Platone, a livello universitario, del complesso e variegato pensiero di papa Woytjla, visto non come isola nel mare magnum del pensiero cattolico del ‘900 o di tutto il percorso di millenario della Chiesa cattolica ma come elemento costitutivo di formidabile importanza nel tessuto connettivo del pensiero cattolico in relazione con tutto l’articolarsi dottrinario della chiesa, già presente in modo massiccio nelle Università polacche ed, in particolare nell’Università di Cracovia e di Lublino, dove vivissimo e grande è il ricordo del magistero intellettuale e dell’imponenza del pensiero scientifico di Giovanni Paolo II, che ha segnato in questi atenei un momento significativo della loro storia, è stato sublimata anche in Italia dall’istituzione di una cattedra in Roma Carol Woytjla. Questa cattedra è stata creata per diffondere a livello accademico il pensiero specifico di Carol Woytjla che non come dice Adolfo Sassi è un sistema filosofico, ma una esplosione creativa anche se non disordinata e complessa di idee e intuizioni e riflessioni. Comunque questa decisione accademica da ragione ad Adolfo Sassi nella sua collocazione scientifica profonda ed irripetibile del woytjlismo. A tal proposito si può supporre in futuro l’istituzione di una cattedra a Carol Woytjla anche in altre università europee ed italiane. In questo insegnamento il contributo di sapere, dalle intuizioni del pensiero de ‘Il vento di ‘Cracovia’, alle altre opere di Adolfo Sassi pubblicate dall’Aracne può servire come piattaforma ideale e come base di ispirazione alla ricerca scientifica.
Questo contributo anche accademico può essere un altro anello, e con le ultime stesse interviste del valore di questo apologeta, attento in originale ma profondo e geniale che l’Aracne ha proiettato al vasto pubblico.
Pur tuttavia questi contributi devono essere da studiosi futuri coordinati ed assemblati con tanti altri contributi al pensiero di Carol Woytjla in Italia, in Polonia e nel mondo. Questo per concludere l’augurio che l’Aracne fa nel complessivo bilancio della stagione woytjliana di Adolfo Sassi che l’ha vista partecipe alla quale è felice di aver contribuito.
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