Stefano Velotti
Stefano Velotti (Roma 1961) è Professore associato di Estetica alla “Sapienza-Università di Roma”, e ha ottenuto l’Abilitazione scientifica nazionale come Professore ordinario nel 2014.Si è laureato in filosofia nel 1984 alla “Sapienza-Università di Roma” e ha conseguito il Dottorato di ricerca nel 1992 all’Università di Bologna.A partire dal 1990 ha studiato e insegnato negli Stati Uniti, dove è stato Visiting Professor presso le università di Stanford e UCSB (University of California, Santa Barbara), Speroni Chair Professor a UCLA (University of California, Los Angeles), ed è stato assunto come Assistant Professor alla Yale University (1994-97), da cui si è dimesso per prendere servizio alla “Sapienza-Università di Roma” come Ricercatore in filosofia. Ha ottenuto borse di studio e finanziamenti, in Italia e all’estero (tra cui una Griswold Fellowship e una Morse Fellowship dall’Università di Yale, finanziamenti di Ateneo e partecipazioni a progetti PRIN).Dal 2010 fa parte del Collegio dei docenti del Dottorato in filosofia della “alla “Sapienza-Università di Roma”. È stato Fellow del “Ezra Stiles College” della Yale University (1995-99), ed è membro della SIE (Società italiana di estetica) e della SIFA (Società italiana di filosofia analitica). Dal 2008 è presidente dell’associazione “Cattedra internazionale Emilio Garroni” (CiEG, www.cieg.info), membro del Comitato scientifico della “Rivista di estetica” e di “Filosofia.it”, editor della sezione di filosofia della SUE (Sapienza Università Editrice) e docente presso l’Istituto freudiano di Roma. È stato revisore dell’ANVUR per il SSD M-FIL/04.Oltre ai temi classici dell’estetica analitica e continentale (lo statuto dell’arte, la natura del giudizio, i rapporti tra arte, società e politica, le relazioni tra estetica ed epistemologia, ecc.) è interessato ai problemi filosofici e socio-politici connessi all’arte e alla cultura contemporanee e ai nuovi media. La sua ricerca scientifica ha seguito un doppio binario: da un lato, si è focalizzata sulle radici della modernità (da Machiavelli a Bruno a Vico, al quale ha dedicato diversi studi e una monografia), passando per le produzioni letterarie e artistiche cinquecentesche e seicentesche (dalla ‘sprezzatura’ di Castiglione alla tradizione della ‘grazia’, al nescio quid/je-ne-sais-quoi, a cui ha dedicato un volume)fino al ‘700 europeo (in particolare Kant e la Critica della facoltà di giudizio, su cui è in gran parte incentrata la sua monografia Storia filosofica dell’ignoranza). Dall’altro, è invece attento a tutte le manifestazioni della contemporaneità. I suoi interessi si collocano all’incrocio tra filosofia “continentale” e “analitica”, su cui ha scritto in relazione ad autori quali H. Arendt e G. Anders, alla tradizione marxista, a L. Wittgenstein e M. Merleau-Ponty, N. Goodman, S. Cavell, A. Danto, R. Wollheim etc., all’arte contemporanea e alla letteratura (a cui ha dedicato numerosi saggi), incentrando i suoi interessi all’incrocio tra estetica, etica e politica. Tra i progetti a cui sta attualmente lavorando, un libro sulla “dialettica del controllo” nelle società contemporanee e nelle arti.
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