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Franco Bozzi

Marchigiano di nascita, Franco Bozzi ha trascorso la maggior parte della sua vita a Perugia, dove si è laureato in Scienze Politiche ed ha insegnato Storia e Filosofia al Liceo Classico “A.Mariotti”. Si è occupato di personaggi e vicende del movimento operaio (Antonio Labriola, Rodolfo Mondolfo), del periodo risorgimentale (Annibale Vecchi, Luigi Pianciani), dei fermenti culturali del primo Seicento (Rosacroce, libertini eruditi, Vanini, Cyrano). Ma è alla sua città d’adozione, e più in generale all’Umbria, che sono dedicate principalmente le sue opere: circa duecento cinquanta fra volumi, saggi, articoli, fra i quali si possono citare gli studi sulla nascita della Camera del Lavoro, sulle amministrazioni Rocchi e Franceschini, la Storia del Partito Socialista in Umbria e il racconto storico Marianna allo specchio. Gli ultimi suoi lavori, in ordine di tempo, sono saggi apparsi in volumi a più mani, e riguardano il Teatro Morlacchi e Le elezioni papali a Perugia.
Ha collaborato e collabora a riviste di rilevanza nazionale quali «Il pensiero politico», «Filosofia e Società», «Mondo Operaio», «Rivista d’Europa», «Rassegna Storica del Risorgimento». Ha partecipato con proprie relazioni (oltre che in italiano, in francese e in spagnolo) a numerosi convegni internazionali, e fra questi : il convegno sulla figura e l’opera di Giulio Cesare Vanini a cinquecento anni dalla nascita, svoltosi presso l’Università di Lecce nel 1985 (La peregrinatio in Europam di un filosofo pugliese); il congresso dell’ICHRPI tenutosi alla Sorbona di Parigi nel 1989 per i duecento anni dalla Rivoluzione francese (Le droit de la Révolution dans le socialisme positiviste italien de la deuxième moitié du XIX siècle); il convegno per i cinquecento anni dalla scoperta dell’America tenutosi a cura dell’ASE, Associazione Storici Europei ad Ibiza nel 1992 (La percepción del descubrimiento en la literatura utópica europea); eccetera.
Il suo rapporto con Aldo Capitini risale alla preparazione della prima Marcia della Pace Perugia-Assisi, che si tenne il 24 settembre 1961, e al cui Comitato organizzatore egli partecipò in rappresentanza dell’UGI (Unione Goliardica Italiana, associazione degli studenti universitari di sinistra). Poi egli continuò a frequentare il “rivoluzionario nonviolento” nelle riunioni che settimanalmente si tenevano al COS (Centro di Orientamento Sociale). Pur non condividendone tutti gli aspetti, al pensiero capitiniano egli ha dedicato numerosi saggi. Fra questi: La società aperta di Aldo Capitini, nella rivista «Mondoperaio», aprile 1982; Teoriche della società aperta. Un confronto fra Aldo Capitini e la filosofia politica del Novecento, nel volume di atti Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, a cura di Gian Biagio Furiozzi, Franco Angeli, Milano 2001; e sul cenacolo di Capitini, Calogero e i normalisti Socialismo liberale, liberalsocialismo, azionismo. Il socialismo “riformista” umbro-toscano dagli anni della dittatura a quelli della Liberazione, negli Scritti in onore di Raffaele Rossi, a cura di Luciana Brunelli e Alberto Sorbini, Isuc / Editoriale Umbra, Foligno 2003. Nel prossimo numero della rivista «Diomede» uscirà la corrispondenza, da lui rinvenuta e curata, fra Capitini e il leader storico del PSI Pietro Nenni.
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