Ikezawa Natsuki è uno degli autori giapponesi più rappresentativi della generazione del dopoguerra. Nato nel 1945 a Obihiro, Hokkaidō, ha iniziato la sua carriera letteraria come poeta e traduttore (Kurt Vonnegut, Richard Brautigan, John Updike, Jack Kerouac ecc.). È vissuto per diversi anni in Grecia, in Francia e a Okinawa, oltre che a Tokyo, prima di fare ritorno in Hokkaidō, a Sapporo. Ha iniziato a scrivere romanzi negli anni Ottanta e ha ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti, tra cui il premio Akutagawa per Still Life (1988), il premio Tanizaki per Mashiasu Giri no shikkyaku (La caduta di Matias Guili, 1993), il premio Mainichi per Hana o hakobuimōto (La sorella che portava i fiori, 2000). Le sue opere affrontano spesso importanti questioni politiche e sociali, in cui si innestano i suoi temi preferiti: lo scontro natura/civiltà, il viaggio, l’indagine e l’apprezzamento dell’altro da sé, la difesa delle minoranze. Negli ultimi anni è impegnato nella curatela di un’antologia della letteratura giapponese per la casa editrice Kawade shobō shinsha, trenta volumi che ripercorrono la storia della letteratura giapponese dalle origini ai giorni nostri, inaugurati con una sua traduzione del Kojiki in lingua moderna.