Paolo Giordani è Presidente dell’Istituto Diplomatico Internazionale (IDI), organismo non governativo con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Sotto la sua guida, l’IDI ha rafforzato la propria presenza internazionale nel campo della formazione diplomatica, della cooperazione multilaterale e della promozione dei diritti umani. Tra i progetti più significativi avviati nel corso della sua presidenza figurano l’Agenda IDI 2028 per i Diritti Umani — promossa dalla Commissione per i Diritti Umani dell’Istituto, che al suo interno ospita una sezione dedicata alla promozione della donna, formata e sostenuta da rappresentanti governativi da tempo attivi in questo ambito — e il programma Women in Diplomatic Mediation, realizzato sotto gli auspici del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana.
Con una formazione giuridica internazionale e un’esperienza pluridecennale maturata in Europa, Stati Uniti e Asia, Giordani ha unito competenze tecniche e sensibilità istituzionale, prestando consulenza a governi africani, istituzioni pubbliche, organizzazioni internazionali, enti locali e imprese. È stato relatore in forum multilaterali e accademici su tematiche legate alla governance globale, ai diritti umani, alla fiscalità internazionale e al ruolo della società civile nella costruzione del dialogo tra popoli e culture.
Fondatore dello studio legale L4L Legal Advice Plc, con sede a Londra e operatività in più di quindici Paesi, è abilitato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e iscritto alla Solicitors Regulation Authority (UK). Membro di associazioni giuridiche internazionali, tra cui l’International Bar Association, l’European Society of International Law e l’International Fiscal Association, collabora con riviste, università e centri di ricerca.
Crede nella diplomazia come spazio di equilibrio, responsabilità e parola giusta. Un’attività che richiede — oggi più che mai — pazienza, ascolto, e la capacità rara di distinguere ciò che è urgente da ciò che è essenziale.