Domenico di Giovanni, meglio noto come il Burchiello (Firenze, 1404 – Roma, 1449), è stato un poeta italiano del Quattrocento, celebre per il suo stile e per il linguaggio paradossale e apparentemente assurdo usato nei suoi sonetti, con cui fece scuola ed ebbe una numerosa schiera di imitatori.
Le poesie del Burchiello sono sonetti (tutti nella forma caudata tranne uno) in un linguaggio straordinario e spesso con coerenza (a prima vista) inesistente. I sonetti normali che si leggono nella seconda parte delle sue opere sono satire beffarde indirizzate contro la cultura letteraria petrarchesca oppure sono descrizioni della vita miseranda che conduceva, mentre, nella prima parte, i cosiddetti sonetti alla burchia(secondo la sua stessa definizione alla piratesca prendendo un po' qui un po' là, alla rinfusa) sono un guazzabuglio di parole, senza alcun nesso apparente, con effetti comici e stralunati. Il gioco verbale è reso da un linguaggio teso e volutamente teatrale che fa ampio uso della metonimia, della sostituzione, del paradosso e dell'inversione, per creare un effetto ilare o denigratorio.