Annamaria Rivera è antropologa, saggista, scrittrice, blogger. Ha insegnato Etnologia e Antropologia sociale nell’Università di Bari per alcuni decenni, inframmezzati da periodi di studio e ricerca all’estero. Nel corso del tempo si è occupata di temi svariati. Da più di un ventennio ha privilegiato lo studio e la ricerca intorno alle strutture, dispositivi e pratiche dell’etnocentrismo, xenofobia e razzismo, ma senza trascurare altri temi, fra i quali l’analisi della transizione tunisina. Fra le sue opere: Il fuoco della rivolta. Torce umane dal Maghreb all’Europa (Dedalo, Bari 2012); L’imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave (con R. Gallissote M. Kilani, Dedalo, Bari 2012); La Bella, La Bestia e l’umano. Sessismo e razzismo, senza escludere lo specismo (Ediesse, Roma 2010); Les dérives de l’universalisme. Ethnocentrisme et islamophobie en France et en Italie (La Découverte, Paris 2010); Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo (Dedalo, Bari 2009); La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull’identità (Dedalo Bari 2005); Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia (DeriveApprodi, Roma 2003). È anche autrice di un romanzo: Spelix. Storia di gatti, di stranieri e di un delitto (Dedalo, Bari 2010).