Il prof. Carmelo Spalanca ha rivolto la sua indagine storiografica alla letteratura italiana dal ‘300 al ‘900. Particolarmente significativa, al riguardo, la ricerca sulla fortuna di Dante nella Sicilia del XIV secolo, attraverso l’esame del Quadragesimale di Fra’ Ruggero da Piazza. Passando al XVI secolo, un autore a cui ha dedicato numerosi studi molto innovativi è lo scrittore fiorentino Anton Francesco Grazzini, nella cui opera ha individuato il passaggio dal Rinascimento al Manierismo, dall’edonismo della prima metà del secolo al pessimismo dell’età controriformistica.
Un’altra costante della sua ricerca è stata l’enucleazione del rapporto tra la Sicilia e il continente, la cultura isolana e la letteratura italiana. Per questo motivo, ha delineato la parabola di alcuni scrittori siciliani - come Giovanni Agostino De Cosmi o Saverio Scrofani – che, nel corso del XVIII secolo, si sono ricollegati ai più significativi modelli italiani ed europei. Per quanto riguarda il ‘900, oltre agli studi imperniati sul rapporto tra l’intellettuale e il potere durante il fascismo, come dimostra l’esame della rivista Campo di Marte di Alfonso Gatto e Vasco Pratolini, ha dedicato numerosi saggi e monografie allo scrittore Leonardo Sciascia, indagando i complessi rapporti tra critica italiana e critica francese e facendone oggetto di analisi presso l’Università di Varsavia dove, come visiting professor, ha svolto delle lezioni sul “gioco degli specchi” nel romanzo Il cavaliere e la morte.