Pino Chimenti è nato a Spezzano Albanese (Cosenza) nel 1952. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Urbino sotto la guida di Concetto Pozzati. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono alla metà degli anni Settanta.Dopo un breve periodo di ricerca concettuale, la sua pittura acquista maggiore libertà compositiva con accenni astratto-fantastici.Mai legato in maniera assoluta alle tendenze artistiche del nostro tempo, le sue opere si distinguono subito per la particolare atmosfera fiabesca e per la sottile ironia, che a volte sconfina nell’umorismo dei suoi personaggi fantastici vagamente antropomorfi (ciclo Fabulae mitopoietiche).Gli anni Ottanta rappresentano per Chimenti un passaggio fondamentale nel suo lavoro.Infatti agli inizi degli anni Ottanta partecipa agli Incontri internazionali di arte contemporanea organizzati dal Comune di Anacapri con il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali e del Ministero della Pubblica Istruzione e coordinati da Gillo Dorfles, dove ha l’opportunità di conoscere, tra gli altri, Enrico Baj, Toti Scialoja e Joe Tilson.Nel 1985 viene segnalato da Gillo Dorfles e appare tra gli artisti scelti dalla critica nel Catalogo dell’arte moderna italiana n. 20, Ed. Giorgio Mondadori.Successivamente Chimenti, pur mantenendo sempre nell’opera una forte componente mitica, onirica e ironica, inserisce nel quadro nuove stesure cromatiche di raffinata fattura. Di questi anni sono le mostre: Under 35. 100 artisti da 100 critici, Arte Fiera, Bologna (1987), Biennale del Sud all’Accademia di Belle Arti di Napoli (1988) e XV Premio nazionale Città di Gallarate (1989).Nel 1991 Gillo Dorfles lo segnala tra i cento migliori artisti dell’anno nella rivista “Arte”, Ed. Mondadori.Dal 1992 in poi la sua pittura si polarizza sempre più verso una straordinaria ricerca inventiva, fantastica e fabulatrice: “Chimenti, ormai da diversi anni prosegue nell’invenzione costante di piccoli miti personali, di strane leggende”, sostiene Dorfles nella presentazione in catalogo della sua mostra personale alla Galleria Operaprima di Monza.Nel 1996, presentato in catalogo da Francesco Gallo, espone una selezione della sua ricerca pittorica al Centro d’Arte L’Idioma di Ascoli Piceno.Nel 1997 partecipa alla rassegna d’arte contemporanea Le donne, i cavalier, l’arme e gli amori tenutasi all’Istituto Italiano di Cultura del Cairo e allestisce una mostra personale dal titolo Arcani fumetti presso la Galleria Ammiraglio Acton di Milano, con presentazione in catalogo di Flaminio Gualdoni.Nel 1997 e nel 1999 viene segnalato da Francesco Gallo e appare tra gli artisti scelti dalla critica nei Cataloghi dell’arte moderna italiana nn. 32 e 35, Ed. Mondadori. Nel 1998 partecipa alla rassegna d’arte contemporanea Passaggi d’oltremare tenutasi presso il National Museum of Fine Arts della Valletta, Malta.Dal 1999 gli elementi figurali costituenti l’opera, attraverso una nuova soluzione compositiva, evolvono verso nuove forme asimmetriche tra mito, realtà e mistero (ciclo Cartigli ermetici). Tale ricerca è caratterizzata inoltre da un ulteriore approfondimento del rapporto segno/colore.Nel 2000 l’immagine di una sua opera, esposta in permanenza presso la Civica Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Gallarate, è stata utilizzata, a scopi didattici, dal Servizio Biblioteche della Provincia di Varese.Nel 2002 espone un nucleo significativo di opere alla White Box - The Annex Gallery di New York nell’ambito della mostra Out of This World.Nello stesso anno, presentato in catalogo da Tommaso Trini, allestisce una mostra personale allo Studio D’Ars di Milano.Gli anni che vanno dal 2003 in poi rappresentano il cuore del nuovo ciclo pittorico di Chimenti: le sue composizioni subiscono una sorta d’illimpidimento cromatico e tissulare che rende sempre più imperturbabili le figurazioni create dall’artista (ciclo Simbionti immaginifici).Nell’aprile 2003 espone alcune opere significative del suo ultimo ciclo pittorico presso la Gallery@49 di New York (personale). In tale occasione il critico d’arte Feliks Karoly, nella recensione apparsa sulla rivista newyorkese “Gallery & Studio”, afferma: “Chimenti impiega una giocosità fumettistica con finezza impareggiabile […]. Tutto con una inventiva capricciosa che si può paragonare solo a quella di artisti in posizione molto più alta nella catena alimentare della storia: artisti come Victor Brauner e, soprattutto, Paul Klee”.Nel 2003, segnalato da Vincenzo Trione, partecipa alla XIV Quadriennale d’arte di Roma, Anteprima, presso il Palazzo Reale di Napoli. In tale circostanza Chimenti presenta un’opera di forte impatto emotivo dal titolo Dittico dell’identità con simbionti immaginifici vagamente industriosi, che, come precisa lo stesso Trione nella presentazione critica dell’opera, “allude alla mutazione dell’uomo, in un complesso intreccio tra naturale e artificiale”.Successivamente (2004), presentato in catalogo da Janus, espone un’ampia selezione di lavori alla Galleria L’Ariete di Bologna. Nello stesso anno tiene un’altra personale allo Studio B2 di Genova, curata da Valerio Dehò.Nel 2005, con la Galleria Milan Art Center di Milano, partecipa all’evento Bologna Flash Art Show, organizzato da Giancarlo Politi, presso l’Hotel Sofitel di Bologna. Nel 2006 presenta la sua nuova produzione pittorica alla CVB Space Gallery di New York, nell’ambito della mostra Intimate Spaces, curata da Stefania Carrozzini.Il 2007 inizia con una mostra-evento dal titolo Geografie dell’anima (presentazione in catalogo di Anna D’Elia), tenutasi presso il Museo Civico, Complesso Monumentale di San Domenico, a Taverna (Cz), in occasione della terza edizione de La nuit des musées promossa dalla Direction des Musées de France.Nello stesso anno espone un’ampia selezione di lavori presso lo Studio S - Arte Contemporanea di Roma in occasione della quindicesima edizione della Primaverile romana 2007 Arte oggi, arte domani. Appunti e proposte, realizzata da ARGAM per l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma in collaborazione con il MUR.Nel 2008, in occasione della quarta edizione della Giornata del contemporaneo promossa da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), l’artista allestisce la mostra Microcosmi immaginifici. Lo stile glauco e a-temporale del segno presso L’Idioma Centro d’Arte di Ascoli Piceno, presentazione in catalogo di Luca Beatrice.Nel 2009 espone la sua recente ricerca pittorica alla Kasia Kai Art Project Gallery di Chicago nell’ambito della mostra The (Un)real City.Nel 2010 gli viene dedicato un’importante monografia dalla Casa Editrice Gabrielle Mazzotta di dal titolo Microcosmi, presentata da Gillo Dorfles con un’ampia antologia critica (con testi di Janus,Giorgio Cortenova, Flaminio Gualdoni, Tommaso Trini,Paolo Balmas, Valerio Dehò, Luca Beatrice, Francesco Gallo) e una selezione di opere (dal 1984 al 2008).Completano il volume la biografia, l’elenco delle esposizioni personali e collettive, la bibliografia.Successivamente espone un’ampia selezione di lavori alla Galleria Blanchaert di Milano dal titolo Calligrafie arcane. Icone giocose del segno.Nel 2011, segnalato da Gillo Dorfles, partecipa alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia 2011 - Padiglione Italia - Arsenale,Venezia. Il 2012 inizia con una mostra particolare dal titolo Art for freedom art as freedomtenutasi presso la Camden Art Gallery di Londra.Nello stesso anno partecipa al Premio Internazionale Limen Arte 2012,Palazzo Comunale Enrico Gagliardi,Vibo Valentia.Nel 2013 espone un nucleo significativo di opere alla Vierraumladen Gallery di Berlino nell’ambito della mostra ImaginAction.Successivamente espone un nucleo di oltre quaranta opere che spaziano lungo trent’anni di carriera artistica presso il MACA - Museo d’Arte Contemporane di Acri(CS) dal titolo “Una gioiosa macchina da guerra” a cura di Boris Brollo.A giugno del 2013 partecipa ,con un suo “mandala” originale,al grande evento di Arte Contemporanea “Padiglione Tibet” a cura di Ruggero Maggi tenutasi presso Santa Marta Congressi – SpazioPorto,Venezia.A settembre dello stesso anno la sua attività espositiva continua con una mostra internazionale dal titolo “Nothing is big or small for the universe”,tenutasi presso Palazzo Bufalini,Città di Castello(PG).