Paola Barbera, architetto e dottore di ricerca in storia dell’architettura e conservazione dei beni architettonici (1999), è ricercatore dal gennaio 2004 presso l’Università degli Studi di Catania, Struttura Didattica Speciale di Architettura Siracusa, dove insegna Storia dell’architettura contemporanea nel corso di laurea quinquennale in Architettura. Ha conseguito l'abilitazione scientifica nazionale alla II fascia (ASN 2012) e l'abilitazione sceintifica nzionale alla I fascia (ASN 2016). Fa parte del Collegio docenti del Dottorato di Ricerca in Architettura Arti Pianificazione, Università degli Studi di Palermo.
Principal Investigator del progetto Sicily from other people perspective: travelling architects (FIR 2014, Università di Catania); membro del gruppo di lavoro del progetto Start up EFIAN Experimental Fruition Ingenious Ancient Noto (Università di Palermo, Università di Catania Siquillya srl, Serviceseadive srl) finanziato dal MIUR; membro del gruppo di lavoro del progetto COSMED From Stereotomy to Antiseismic Criteria: Crossroads of Experimental Design. Sicily and the Mediterranean (12th-18th century) finanziato dall’ European Research Council.
I suoi interessi principali di ricerca si sono concentrati sulla storia dell’architettura contemporanea a partire dal periodo tra le due guerre mondiali, indagato in ambito siciliano sin dal corso del Dottorato di Ricerca; gli esiti sono stati pubblicati in Architettura in Sicilia tra le due guerre (2002). A questa ricerca è legata l’esplorazione degli archivi di architettura del XX secolo sul territorio siciliano e il lavoro di analisi dell’archivio di Antonio Zanca - svolto grazie all’assegno di ricerca del Dipartimento di Storia e Progetto nell’Architettura dell’Università degli Studi di Palermo - oggetto del volume Un archivio di architettura tra Ottocento e Novecento: la raccolta dei disegni di Antono Zanca (1861-1958), a cura di Paola Barbera e Maria Giuffrè (2005). Un recente contributo è in Archivi di architetti e ingegneri in Sicilia (1915-1945), a cura di Paola Barbera e Maria Giuffrè (2011). Al tema della documentazione e della tutela delle fonti archivistiche si è affiancato quello della conoscenza e della conservazione delle architetture del Novecento, con lo sguardo rivolto anche alla storia materiale degli edifici.
Un secondo settore di ricerca riguarda la continuità fra la cultura del progetto eclettico di stampo storicista e la ricerca della “modernità”. L’analisi dell’archivio privato di Giuseppe Damiani Almeyda ha costituito il punto di partenza per un’indagine sul personaggio e per un percorso a ritroso che, rintracciando i vincoli saldi che uniscono l’allievo al maestro, segue il filo che tiene insieme le figure di Giuseppe Damiani Almeyda, Antonio Zanca, Enrico Calandra, Giuseppe Samonà: una genealogia accademica che collega le città di Palermo, Messina, Napoli, Roma, Venezia). Esiti di questo lavoro nelle monografie: L’intelligenza delle passioni. Enrico Calandra e la storia dell’Architettura (2014) Giuseppe Damiani Almeyda: artista, architetto ingegnere (2008) e nella antologia Enrico Calandra. Scritti di architettura, curata insieme a Matteo Iannello (2010). A questi temi sono da ricondurre anche le ricerche svolte nell’ambito del PRIN 2004-2006 (coordinatore nazionale Fabio Mangone) e il lavoro sulla riscoperta storiografica e operativa, tra Ottocento e Novecento, di architetture del passato e in particolare della tradizione regionale; esito nei saggi: Enrico Calandra. Lettere sulla cattedrale di Palermo 1941-1942 (2005), Tra storia e progetto: la riscoperta di Matteo Carnilivari (2006), L’héritage normand dans l’architecture sicilienne du XIXe et XXe siècle (2006), Storiografia dell'architettura d'età aragonese in Sicilia (2007).
