Antonino Giuffrida già funzionario degli Archivi di Stato e Dirigente dell'Assemblea regionale siciliana di cui è stato, tra l'altro, Segretario generale, è dal dicembre 2004 professore associato di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Palermo (sede di Agrigento). Attualmente è presidente del Corso di Laurea in beni archivistici e librari della medesima facoltà. Ha studiato il modello di funzionamento della realtà siciliana nel contesto della storia europea e mediterranea tra quattrocento e cinquecento affrontando temi quali: il commercio dei panni lana, la produzione dello zucchero, la protoindustria, la monetazione, l’utilizzo dell’energia, la schiavitù o il sistema dei trasporti. Il momento di sintesi del lavoro di ricerca è dato dal volume sulla finanza pubblica nella Sicilia del ‘500, nel quale ha esaminato le interazioni fra politica, finanza pubblica ed economia per la costruzione del nuovo stato siciliano del cinquecento. Altro elemento messo in luce nel corso del suo percorso di ricerca, è quello del ruolo del Parlamento nel contesto dell’equilibrio istituzionale del Regno di Sicilia. Il Parlamento diventa il luogo nel quale si esercita la mediazione per gestire il processo d'innovazione fiscale governato, in primo luogo, dalle oligarchie urbane e dall'aristocrazia feudale le quali sono le principali beneficiarie di questi cambiamenti. Inoltre il Parlamento può mettere in moto un meccanismo rivolto ad assicurare il controllo dell'amministrazione dei donativi, in altre parole delle imposizioni fiscali, che rappresentano lo strumento attraverso il quale, come nel caso di quello siciliano con la Deputazione del Regno, si costruisce una struttura organizzativa e finanziaria più efficiente per il governo del nuovo Regno. Ha in corso una ricerca sulla schiavitù nella Sicilia dell’età moderna contestualizzata nella realtà mediterranea. Una storia che si interfaccia con quella dei “captivi” sia musulmani sia cristiani, cioè di quelli che perdono la libertà in quanto fatti prigionieri nel corso di uno scontro militare o catturati nel corso delle numerosissime scorrerie di corsari o di pirati. Una cattività che rappresenta il logico corollario dello scontro militare, religioso e culturale tra questi due mondi.