Chiel Canzio Monzone
Chiel Monzone è dottore di ricerca in Langues et Littératures étrangères presso l’Université d’Avignon et des Pays de Vaucluse (F) e in Studi Letterari e Linguistici presso l’Università degli Studi di Salerno (co–tutela). I suoi interessi scientifici riguardano la Sicilia negli aspetti culturali considerati singolarmente e in comparazione con quelli francesi, dal Settecento in poi. Più specificamente, l’attenzione è rivolta in via principale alla letteratura dialettale a cavallo tra Settecento e Ottocento e, in particolare, alla figura del poeta Domenico Tempio (Catania, 1750–1821). Sul piano linguistico, certi elementi lessicali dell’idioma isolano e la traduzione del siciliano settecentesco sono suscettibili di osservazione. È membro A.A.T.I. (American Association of Teachers of Italian) ed A.A.I.S. (American Association for Italian Studies). È autore, fra l’altro, di La “macchina”: una metafora nel Settecento letterario siciliano e francese, I francesismi nell’opera di Domenico Tempio, L’immagine della Sicilia in Oublier Palerme di Edmonde Charles–Roux. Sta lavorando a un articolo sul declino dell’uso orale del siciliano e a una monografia su Domenico Tempio.
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