Nato in Sicilia nel 1957, vive a Roma dal 1985. È ordinario di Diritto Processuale Civile all’Università di Roma “Tor Vergata”. Il lockdown gli ha consentito di scrivere non solo di diritto. Tendenzialmente non sopporta i dilettanti del diritto. È invece molto indulgente verso i dilettanti della musica, quelli che, come lui, hanno cantato nei cori amatoriali e suonicchiano il pianoforte o altri strumenti. È convinto — senza alcuna pretesa di essere il solo — che anche l’ascolto, oltre alla creazione e alla esecuzione (e alla costruzione degli strumenti), sia parte del fare musica e del fare la sua storia. È altresì convinto che, con un intervento praticato fin dalla scuola primaria, gli ascoltatori italiani di oggi tornerebbero ad essere come i “dilettanti” dell’Ottocento. L’ascolto della musica professionalmente eseguita sarebbe allora ben più significativo ed efficace, perché gli ascoltatori sarebbero certamente meglio in grado di riconoscere quale prodigio sia non solo la creazione della musica, ma anche la sua esecuzione professionale.