Giulia Lo Pinto fuggì in età scolare da un’istituzione che, in genere, si fa più odiare che amare. Si dedicò subito al lavoro, conseguì lusinghieri successi professionali ma fu esposta a diversi veleni dell’ambiente lavorativo a causa della sua TILT. Brancolò nel routinario buio diagnostico per anni, tenebre morali e scientifiche che la condussero al peggio. A sue spese personali, si fece curare in un paese straniero, poi fondò un’associazione per sostenere i malati di SCM “Amici dell’MCS Onlus”, opera che svolge con encomiabile dedizione e generosità, offrendo un prezioso appoggio morale e diffondendo utilissime informazioni di diagnostica e prevenzione.